Edizione 2018
Rosette romane: curve logaritmiche in architettura
28 settembre 2018 ore 22:00
Camminando per Roma e per i suoi luoghi, si vedono e poi rivedono certe strutture geometriche, certe curve che riempiono un cerchio, e vengono per questo chiamate “rosette”. …e di rosette ce ne sono tante. Alcune sono piu’ romane. C’è qualcosa in comune nella rete di curve che copre alcuni pavimenti imperiali, incornicia rotae medievali, la pavimentazione di piazza del Campidoglio, il soffitto interno della copertura del Palazzetto e del Palazzo dello Sport: sono tutti esempi di “rosette logaritmiche”, ottenuti con tecniche, materiali, procedure diverse. Queste composizioni sono ripetute in manufatti che attraversano secoli diversi. Questo è dunque un esempio di “permanenza della forma”. Come dice il matematico Paul Calter, si può costruire una rosetta logaritmica “senza conoscerla”. In effetti, il nome “logaritmo”, è arrivato molto più tardi della loro comparsa e della loro sapiente riproduzione; e con il nome, è arrivato l’assetto matematico e teorico completo di queste curve.
Laura Tedeschini Lalli – Dipartimento di Architettura
Edizione 2017
Immaginare gli anelli di Saturno, immaginare vuoti
29 settembre 2017 ore 21:00
Questa comunicazione parla di vuoto e di vuoti: immaginare, visualizzare, capire e misurare vuoti, un lavoro parallelo e secolare di astronomi, fotografi…e matematici. Dai primi schizzi di Galileo fino alle immagini della sonda Cassini, lo studio degli anelli di Saturno ha necessariamente contato sull’immaginazione, sulla visualizzazione di vuoti, e sullo sviluppo di ipotesi da verificare, circa l’organizzazione di questi vuoti. Nella conferenza parleremo dei due estremi storici di questo studio tuttora vivente. All’inizio della storia, ci sono i successivi disegni che portarono a capire che si trattava di anelli; oggi, 4 secoli dopo, ci chiediamo quanti siano gli anelli, e come distribuiti gli intervalli tra l’uno e l’altro. In matematica una struttura di pieni e di vuoti interessante è l’insieme di Cantor. Un insieme che struttura pieni e vuoti su tutte le scale spaziali è topologicamente così interessante da chamarsi “perfetto”. Un modo di quantificare l’intreccio di pieni e di vuoti su molte scale spaziali, è quello di calcolarne la “dimensione frattale”. Con i dati disponibili dalle sonde Voyager e Cassini questo calcolo oggi dimostra che la distribuzione è effettivamente un insieme di Cantor (in direzione radiale).
Laura Tedeschini Lalli – Laboratorio interdipartimentale di Matematica applicata e Meccanica strutturale, Dipartimento di Architettura