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Archivio Urbano Testaccio: la piana subaventinese nel 1849

Edizione 2017

29 settembre 2017

Il materiale illustra una parte della ricerca promossa dall’Archivio Urbano Testaccio _ AUT, del Dipartimento di Architettura e svolta durante la tesi di laurea di Silvia Fabbri e Carla Saracini, Il patrimonio urbano di Testaccio: dal porto di Roma ai Prati del popolo romano, laurea Magistrale in Architettura-Restauro, a.a. 2015-2016, relatore Francesca Romana Stabile. Attraverso lo studio della cartografia storica, la ricerca bibliografica e archivistica, sono stati ricostruiti i diversi paesaggi che hanno caratterizzato l’evoluzione di una zona ricca di storia, emergenze archeologiche e architettoniche. A partire dalla costruzione del porto, nel II sec. a.C, e poi in epoca imperiale, la piana subaventinese diviene il fulcro di un complesso sistema portuale legato al traffico commerciale che si sviluppa attraverso il Tevere e la via Ostiensis. Dopo la dismissione del porto, nel medioevo, la zona, che viene identificata con il toponimo di Testaccio, si trasforma lentamente in territorio agricolo; rimane comunque un area popolata grazie al passaggio dei pellegrini diretti alla basilica San Paolo fuori le mura. Il carattere agricolo si mantiene fino al 1883, quando l’area viene destinata a zona industriale della Capitale. La ricerca di archivio svolta al Museo Des Plans Reliefs di Parigi ha permesso di trovare diversi rilievi dell’area che sono stati importanti per poter restituire, con un modello in legno in scala 1:1000, i caratteri morfologici di Testaccio, nel 1849. L’obiettivo di questo lavoro è stato, così, rivolto ad approfondire la conoscenza di una fase storica del quartiere in gran parte inedita. Alla realizzazione del plastico hanno contribuito Simone Camarda e Alessandro De Simone.

Francesca Romana Stabile – Dipartimento di Architettura
Silvia Fabbri, Carla Saracini e Alessandro De Simone – Studenti del Dipartimento di Architettura