venerdì 30 settembre – ore 19:00-24:00
Soggiorno su Marte, soggiorno da incubo, a meno che …
Per sopravvivere nello spazio, gli esseri umani necessitano di ossigeno, acqua, energia e sufficiente pressione sui nostri corpi. Queste sono tutte le cose di cui abbiamo bisogno dal nostro ambiente e che il nostro corpo non può fornire. Supponendo che la nostra pelle sia il confine tra il nostro sé e l’ambiente, su Marte non saremo mai in grado di stare fuori: avremo sempre necessità di avere qualcosa intorno…o di stare all’interno di qualche architettura. È per questo che è arrivato il momento di ideare, ricercare e sviluppare progetti innovativi “centrati sull’uomo” che consentano agli esseri umani non solo di sopravvivere, ma di vivere BENE oltre la nostra amata Terra.
20:30 – Barbara Cosciotti – Dipartimento di Matematica e Fisica
La tettonica del Pianeta Marte
Scopo della missione ExoMars è quello di ricercare tracce presenti o passate di vita su Marte nella regione di Oxia Planum, caratterizzata da forme e depositi tipici di ambienti fluvio-lacustre, probabilmente attivi circa 4 Ga fa, ma è la distribuzione delle fratture sul suolo di Marte che può rivelare un aspetto ancora poco noto della storia del Pianeta rosso, la sua tettonica. Tramite l’utilizzo di immagini fornite dalla più potente telecamera orbitante attorno a Marte è stato possibile studiare i terreni fratturati e con software raffinati, mappare la distribuzione delle fratture con metodi automatici. L’analisi statistica delle loro orientazioni ha permesso d’individuare una direzione preferenziale (E-W), compatibile con la presenza di strutture a carattere compressivo individuate attorno l’ellisse di atterraggio, a testimonianza di un processo geologico, probabilmente di natura tettonica.
20:40 – Andrea Apuzzo – Dipartimento di Scienze
Il Calderone: un ghiacciaio che non vuole morire
Il Calderone: storia di un ghiacciaio che non vuole morire
Il Calderone rappresenta l’ultimo ghiacciaio ancora esistente dell’Appenino e, in Europa, anche quello situato a latitudine inferiore. Nonostante il cambiamento climatico abbia causato la separazione del corpo principale in due unità distinte e il conseguente declassamento da ghiacciaio a glacio-nevato, sembra che il micro clima caratteristico del Calderone gli abbia conferito la resilienza necessaria a sopravvivere fino ad oggi. L’Università degli Studi Roma TRE ha condotto, insieme a colleghi provenienti da altri enti di ricerca, una campagna di misure geofisiche: l’impiego del georadar consente di “visitare” il nostro paziente più da vicino e di valutare l’evoluzione temporale del suo stato di salute.
20:50 – Elisabetta Mattei – Dipartimento di Matematica e Fisica
La matematica del fiocco di neve
Secondo voi esistono due fiocchi di neve uguali? Che forma hanno? Qual è la relazione tra la matematica e i fiocchi di neve? E se vi dicessi che noi siamo come fiocchi di neve…ci credereste? Siete pronti a scoprirlo insieme a me? Allora seguitemi in questo viaggio breve ed immersivo in cui vi farò conoscere il legame che esiste tra la matematica e i fiocchi di neve. Ci serviranno un cappellino e una sciarpa perché, come diceva Aristotele, “per apprezzare la bellezza di un fiocco di neve è necessario resistere al freddo”.
21:00 – Antonella Corleone – Dipartimento di Matematica e Fisica
Con “il filobus numero 75” nella favola dell’ingegneria dei trasporti
“Una mattina il filobus numero 75, in partenza da Monteverde Vecchio per Piazza Fiume, invece di scendere verso Trastevere, prese per il Gianicolo, svoltò giù per l’Aurelia Antica e dopo pochi minuti correva tra i prati fuori Roma come una lepre in vacanza”…..accompagnati dalla favola di Gianni Rodari percorreremo le strade di Roma ponendoci quesiti su come territorio, infrastrutture e servizi di trasporto possano tra di loro interagire per garantire alla popolazione una mobilità equa e sostenibile. Ci soffermeremo a guardare i nostri quartieri, il loro sviluppo, proveremo a muoverci al loro interno e chissà se poi …riusciremo a fermare il tempo…; così come in una favola sarà “tempo regalato, un piccolo extra, come quando si compra una scatola di sapone in polvere e dentro c’è un giocattolo”.
21:10 – Marialisa Nigro – Dipartimento di Ingegneria
Nanomateriali: piccoli oggetti e grandi sfide
In questo ultimo decennio i nanomateriali hanno avuto grande successo, non solo in ambito di ricerca scientifica e industriale, ma anche in ambito di produzione e mercato globale. Il successo è da ricercarsi nella loro estrema versatilità, nelle proprietà chimico-fisiche peculiari e nella multidisciplinarità insita nel loro essere, in cui chimica-fisica-biologia e ingegneria si incontrano in modo sinergico. Ormai i campi di applicazione dei nanomateriali sono numerosi e possiamo citare per esempio la catalisi, la nanomedicina, la biosensoristica e l’optoelettronica. In effetti i materiali nanostrutturati sono già parte del nostro quotidiano e li troviamo in molti oggetti di uso comune, dagli spazzolini agli pneumatici, dalle vernici per auto ai cosmetici, dai pannelli fotovoltaici ai bendaggi medici. Le nanotecnologie sono questo e molto altro! Ma insieme alle opportunità si aprono anche molte sfide!
21:20 – Iole Venditti- Dipartimento di Scienze
Inquinamento e salute
La vita prenatale è un momento critico per lo sviluppo del feto. Durante questo periodo, qualsiasi esposizione a sostanze esogene da parte della madre può causare danni permanenti nelle cellule e negli organi della prole. Queste alterazioni si possono tradurre in patologie che compaiono anche in età adulta. Questa pillola presenterà gli effetti dell’esposizione prenatale ad una sostanza con la quale siamo costantemente in contatto nella nostra vita: la plastica. In particolare, mostrerà come l’esposizione prenatale basse dosi di un componente delle materie plastiche possa alterare dei processi metabolici importantissimi per la nostra vita e che queste alterazioni sono diverse nei maschi e nelle femmine.
21:30 – Valentina Pallottini – Dipartimento di Scienze
Quantum wars: il sensore fantasma
“Qualche tempo fa, in un laboratorio molto molto vicino”…abbiamo realizzato un sensore quantistico fantasma! Non è un sensore spaventoso, anzi, ci permette di fare misure migliori rispetto a quanto sia possibile realizzare con sensori classici. Vi racconteremo come funziona in un viaggio tra colori, proprietà quantistiche della luce…e citazioni approssimative.
21:40 – Ilaria Gianani – Dipartimento di Scienze
A che serve la probabilità
21:50 – Elisabetta Candellero – Dipartimento di Matematicae Fisica
Le correnti di gravità: Il “nastro trasportatore” del nostro pianeta e non solo
Differenze di densità tra due fluidi, dovute a salinità, temperatura o sedimenti sospesi, causano movimenti di grandi masse fluide note come correnti di densità. Questi flussi sono comuni negli ambienti naturali, e.g. le brezze marine e le correnti oceaniche, ma trovano applicazione anche nei processi industriali. Nota come conveyor belt (nastro trasportatore), la circolazione oceanica termoalina collega i bacini oceanici, trasporta acqua e quello che vi è contenuto (e.g., l’ossigeno e sali nutritivi) da un punto all’altro del globo, e contribuisce alla distribuzione del calore del Sole sulla Terra. Le correnti di gravità sono simili a valanghe d’acqua densa che dalla superficie sprofondano verso gli abissi, sollevano i sedimenti di fondo, travolgendo quello che incontrano sul percorso. Ma non sono distruttive come le valanghe; al contrario esse sostengono la vita degli ecosistemi profondi alimentati dal materiale organico relativamente giovane presente in superficie. Sono inoltre responsabili della modellazione dei canyon sottomarini, degli estuari e del trasporto di acqua marina nei corsi d’acqua superficiali. Lo studio di questi fenomeni di interfaccia fra ambiente naturale e antropico è di fondamentale importanza per lo sviluppo della società; data la scala globale che li caratterizza, le misure remote (e.g. satellite) ma anche le campagne oceanografiche sono strumenti fondamentali per la loro comprensione e quantificazione.
22:00 – Maria Rita Maggi – Dipartimento di Ingegneria
Cosa insegnano i movimenti verticali costieri?
È noto che i continenti, durante milioni di anni di storia geologica,
non sono rimasti sempre nella stessa posizione ma si sono mossi sul globo unendosi e separandosi ripetute volte. Ormai stazioni GPS con precisione millimetrica ci dicono come un continente si sposta rispetto a un altro con velocità che sono nell’ordine
di pochi centimetri l’anno. Meno noto invece è invece lo studio dei movimenti verticali recenti. Non è facile studiarli ma forniscono indicazioni sullo stato di attività tettonica di un luogo e spesso contribuiscono a definirne la pericolosità sismica ma anche di tsunami. Inoltre, in un contesto di innalzamento del livello del mare, capire quali siano le coste in sollevamento e quali in subsidenza (che vanno giù!) è determinante per mettere in atto le giuste strategie in futuro
22:10 – Marco Liberatore – Dipartimento di Scienze
Agricoltura di precisione
L’agricoltura di precisione è un moderno paradigma di gestione dell’attività agricola basato su un continuo monitoraggio, ed una relativa azione, per rispondere alle esigenze di ciascuna pianta. Ciò ambisce a incrementare quantità e qualità della produzione agricola, riducendo, al contempo, le fonti di ingresso utilizzate, quali acqua, energia, fertilizzanti e pesticidi. La robotica gioca un ruolo fondamentale nella realizzazione di tale paradigma: robot agricoli intelligenti possono combinare un rilevamento intelligente con la capacità di intraprendere azioni mirate, fornendo una soluzione operativa efficace che possa ridurre lo sforzo di operatori umani. In tale presentazione, verranno presentati i potenziali vantaggi derivanti dell’uso della robotica nella agricoltura di precisione ed approfondiremo i risultati ottenuti con due progetti europei in cui l’Università degli Studi Roma Tre è stata, ed è, coinvolta: PANTHEON e CANOPIES.
22:20 – Martina Lippi – Dipartimento di Ingegneria
Oro, sorrisi, luce e curiosità
Quando si inizia un esperimento, quasi sempre si sa benissimo cosa ci si aspetta, però esistono eccezioni: queste sono le storie che più ci divertono e più amiamo raccontare.
Questa sera vi parliamo rapidissimamente di quella volta che abbiamo illuminato delle piccolissime bacchette d’oro con un laser e… anzi non ve li diciamo, così che il risultato sia una sorpresa per voi tanto quanto lo è stato per noi!
22:30 – Marco Barbieri – Dipartimento di Scienze
Il mondo del terremoti nella ricerca
I terremoti sono da sempre stati oggetto di studio e di curiosità, sin dai tempi antichi. Oggi, siamo a conoscenza di tante informazioni sulla loro origine ma c’è tanto ancora da scoprire e studiare. La tomografia sismica locale (LET) è una tecnica che permette di definire le geometrie delle superfici di rottura (faglie), coinvolte nella generazione dei terremoti e di calcolare la velocità con cui viaggiano le onde sismiche, ai dei terremoti e di calcolare la velocità con cui viaggiano le onde sismiche, ai fini di localizzare i terremoti.
22:40 – Rossella Fonzetti e Claudio Chiarabba – Dipartimento di Scienze
Navigare nello spazio circostante: come trasferire l’abilità del movimento dall’uomo alla macchina
Determinare la posizione di una nave nel mare è sempre stata una sfida per l’uomo fin dall’antichità. La consapevolezza dello spazio circostante, saper tracciare rotte e percorsi, riconoscere i luoghi già visitati sono abilità che hanno caratterizzato in maniera determinante l’evoluzione umana, consentendo all’uomo di colonizzare gran parte della superficie terrestre. Oggi, con l’uso di tecnologie appropriate, conoscere la propria posizione e raggiungere posti lontani e sconosciuti è un compito molto semplice. La sfida ora è nel trasferire dall’uomo alla macchina l’abilità di muoversi in maniera autonoma nello spazio. In questa pillola vedremo come i robot si possano muovere in maniera autonoma nello spazio circostante.
22:50 – Federica Pascucci – Dipartimento di Ingegneria
La Spintronica
23:00 – Roberto Raimondi – Dipartimento di Matematicae Fisica
Sicurezza cyber delle infrastrutture, rischi e prospettive
Il tema della ricerca è la progettazione e realizzazione di un Intrusion Detection System Network-Based per reti industriali, un dispositivi di protezione come ultima arma di difesa contro eventuali intrusioni informatiche. La sicurezza informatica nel mondo iperconnesso in cui viviamo investe ogni aspetto della nostra vista. Ogni giorno sentiamo notizie riguardanti attacchi hacker, per citarne uno che ci riguarda da vicino basta citare quello avvenuto ai danni della regione Lazio meno di un mese fa. Fino a pochi anni fa le reti industriali erano isolate dal mondo esterno. Oggi invece non è più così. Nelle industrie sono presenti dispositivi autorizzati a comunicare con il mondo esterno principalmente per svolgere attività di tipo gestionale. Questo porta vantaggi dal punto di vista economico, ma introduce anche vulnerabilità dal punto di vista della sicurezza informatica. Nel mondo industriale è consigliato separare l’impianto in zone e di consentire lo scambio di informazioni tra le zone solamente passando attraverso firewall. I firewall proteggono la rete da attaccanti provenienti dal “mondo esterno” ma non da persone “interne” che riescono ad ottenere l’accesso fisico alla rete. Negli ultimi mesi nei laboratori di Roma Tre abbiamo sviluppato e realizzato un Intrusion Detection System network-based che possa agevolare un ipotetico operatore che si trova nella sala di controllo nell’identificare la causa di un’anomalia insorta ed aiutarlo nell’identificazione delle appropriate azioni correttive.
Il dispositivo monitora i pacchetti che transitano sulla rete (identificando per esempio dispositivi non autorizzati, quantità di dati anomali o pacchetti malformati) ma può monitorare anche il range dinamico delle variabili di processo ed utilizzare queste informazioni per costruire un osservatore dello stato.
23:10 – Valeria Bonagura – Dipartimento di Ingegneria