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I dinosauri del Lazio

Una fantastica scoperta: orme di Dinosauro nel Lazio

settembre 2020

Cento milioni di anni fa, sulla spiaggia di un mare tropicale, un branco di dinosauri erbivori si addentrava nel folto della vegetazione. Poco lontano, i teropodi, veloci dinosauri bipedi – carnivori – erano pronti all’attacco. È una scena verosimile di quello che l’istantanea delle orme scoperte nel Lazio ci consegna a distanza di così tanto tempo. Nel Lazio si trovano siti di orme di Dinosauro di notevole importanza scientifica. La ex cava Petrianni nel Comune di Sezze, dichiarata Monumento Naturale con Decreto del Presidente della Regione Lazio, ospita al suo interno tre distinte superfici di strato che presentano complessivamente oltre 200 orme di dinosauri. Le impronte risalgono a circa 100 milioni di anni fa ed appartengono sia a dinosauri Sauropodi (ad andatura quadrupede, generalmente di grandi dimensioni e con cranio proporzionalmente piccolo, erbivori e con collo e coda assai lunghi), sia a dinosauri Teropodi (ad andatura bipede, carnivori, con denti acuti, zampe anteriori corte con dita provviste di artigli e zampe posteriori grandi e robuste con tre dita). I geologi che hanno scoperto le impronte hanno dapprima rinvenuto sulle superfici calcaree alcuni “mud cracks” fossili, termine con il quale vengono identificate le spaccature poligonali che si verificano anche ai nostri giorni nei terreni fangosi dopo un lungo periodo senza piogge. La presenza di queste antiche fratture era un segno inequivocabile del fatto che essi si erano imbattuti in un’antichissima spiaggia fossile; seguendo la superficie dell’antica spiaggia essi hanno infine rinvenuto le impronte dei dinosauri che nel cretacico passeggiavano lentamente in riva al mare alla ricerca di cibo. Altre orme di notevole interesse sono state scoperte ad Esperia (Frosinone) sui monti Aurunci su una superficie di strato ben conservata con circa 80 orme tra Sauropodi e Teropodi; e poi ancora altre orme di Teropodi ritrovate su un blocco di calcare presso la foce di Riomartino (Latina) e per finire ossa di vertebre fossilizzate di un antico Titanosauro chiamato Tito ritrovate a Rocca di Cave, sui Monti Prenestini. Il ritrovamento delle orme nel Lazio rivoluzionano il quadro geologico Mesozoico dell’intero Appennino centrale e ridisegnano la geografia preistorica della nostra penisola documentando che circa 100 milioni di anni fa, l’Italia era un ponte verso l’Europa.

Testardi Maurizio – Regione Lazio – area tutela e valorizzazione dei paesaggi naturali e della geodiversità direzione regionale capitale naturale, parchi e aree protette

La laguna dei dinosauri

settembre 2020

Recentemente l’area di Rocca di Cave è stata sede del ritrovamento di alcuni frammenti di ossa di un Titanosauro, a cui è stato dato il nome di Tito. Questa importante scoperta paleontologica, arricchisce ulteriormente l’interesse per lo straordinario patrimonio naturalistico dell’area e ne rappresenta ulteriore motivo di attrazione.

Massimo Mattei – Dipartimento di Scienze e Museo Geopaleontologico di Rocca di Cave

Le grandi estinzioni di massa, conoscere il passato per affrontare il futuro

settembre 2020

La perdita di biodiversità avviene oggi a un ritmo paragonabile a quello delle grandi estinzioni di massa del passato, la sesta estinzione di massa è in corso. La Geologia, studiando le grandi estinzioni della storia geologica, è l’unica scienza che può dirci cosa avverrà in futuro e quali sono le strategie da intraprendere per affrontarlo.
Marco Liberatore, Alessandra Conte, Martina Mattia, Gianmarco Mondati, Achraf Atouabat – Dipartimento di Scienze